L’agricoltura ha un ruolo importante nel ridurre le emissioni di gas serra (GHG) e, allo stesso tempo, vive la necessità di superare le notevoli sfide tecnologiche, sociali ed economiche poste da un aumento della domanda alimentare globale, dalla necessità di produrre bio energia e dagli impatti dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola stessa.
L’agricoltura contribuisce direttamente alla produzione di circa il 14 % delle emissioni globali di gas serra di origine antropica. Molti tentativi di mitigazione sono attualmente in fase di sperimentazione ed è ormai accertato che per ridurre le emissioni di gas serra in modo significativo è necessario l’utilizzo di strategie differenti e più ampie.
L’adozione di pratiche di agricoltura biologica ha un significativo potenziale di mitigazione dei gas serra perché favorisce il rafforzamento delle riserve di carbonio del suolo, la riduzione delle emissioni di N2O e fornisce vari benefici ulteriori, tra cui capacità di adattamento ai cambiamenti climatici.
In precedenti progetti di ricerca, il riciclo dei nutrienti del suolo, la rotazione delle colture, la ridotta lavorazione del terreno e l’adozione di pratiche agroforestali sono stati identificati come “buone pratiche” per ridurre le emissioni di gas serra e, al tempo stesso, garantirne la fattibilità economica e ambientale.
Tra il 2014 e il 2018, dodici aziende agricole biologiche in diverse zone climatiche europee (4 in Italia, 4 in Svezia, 4 in Germania) sperimenteranno l’adozione di specifiche pratiche agricole “climate friendly”. L’obiettivo è quello di diventare più resilienti agli effetti del cambiamento climatico e al tempo stesso ridurre le emissioni di gas serra.
La pratiche “climate friendly” SOLMACC saranno adottate in ciascuna azienda:
- In un area di almeno 10ha;
- Su tutta l’area per quanto riguarda la rotazione delle colture;
- Su una superficie ritenuta idonea per quanto riguarda le pratiche agroforestali.
Un attento e costante monitoraggio scientifico dimostrerà come queste pratiche possono aiutare gli agricoltori biologici in termini di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; verrà dimostrata inoltre la fattibilità economica e le opportunità in termini di risposta ai bisogni degli agricoltori.
Le pratiche agricole “climate friendly”